L'universo visibile di Nicole Voltan
testo introduttivo di Simona Merra
“Lo studio del cosmo e dell’universo, la volontà di conoscere l’origine e la fine sono le domande prime dell’uomo che, non appena ha alzato gli occhi al cielo, ha cominciato a fantasticare su quell’immenso buio in cui brillano miliardi di stelle, su quello spazio infinito e misterioso in cui ruotano pianeti, galassie, quasar e pulsar.
L’uomo ha raccontato – sulla Terra e sugli astri – storie fantastiche, basandosi su eroi, miti e animali.
Studiare la nostra origine significa dunque indagare l’essenza umana, in altre parole trovare e dare un valore al nostro essere nell’universo. Con il tempo e grazie anche alla complementarietà tra arte e scienza, tra filosofia e astronomia, gli studiosi hanno trovato risposte plausibili a ciò che vive attorno a noi; l’arte ha saputo a sua volta attingere dalla scienza per ispirarsi e l’uomo, tra mito e realtà, è stato capace di costruire un’interpretazione adeguata della silenziosa e ovattata culla che da sempre lo circonda.
La pratica artistica di Nicole Voltan può essere letta come un cammino tra diversi livelli di comprensione della natura, lungo il quale arte e scienza non fanno altro che fornire tante e diverse rappresentazioni di una conoscenza che man mano si amplia e si modifica per giungere alla comprensione. L’arte di Nicole sposta l’attenzione su una nuova sensibilità verso gli elementi della natura celeste legati alla memoria dell’uomo e per farlo decide di tessere il suo cosmo, catturando le forme del cielo e delle stelle, le trenta più luminose, collocate in corrispondenza delle 88 costellazioni riconosciute dall’Unione Astronomica Internazionale.
Nicole Voltan con 88 trame, conduce una ricerca scientifica, storica e mitologica, mettendo in luce il suo universo visibile, un’opera unica, dove le stelle per quanto lontane tra loro, appaiono vicine all’occhio umano per prospettiva.
Il cielo di Nicole è infatti molto vicino, ma anche quello reale lo è: la sua distanza è piccola rispetto alle dimensioni che si attribuiscono al continente, la vera distanza è lo sguardo dell’occhio fisico che dell’esistente vede solo una piccola parte, ovvero quella che noi chiamiamo realtà quotidiana.
Eppure questa realtà non è tutta la realtà: oltre ciò che si vede c’è tutto ciò che non si vede. E’ l’aura dell’opera d’arte che – mutuando da un concetto Benjaminiano – consiste nel fatto che qualcosa per quanto vicina sia, resta sempre lontana.
L’installazione principale dal titolo Araneide, sconfina con la sua luce nello spazio-ambiente della galleria entrando nello spazio-vita dello spettatore e come un’immensa architettura stellare mette in pratica un dialogo più aperto con il tutto: con la musica, composta dalla stessa artista per l’occasione e con la pièce teatrale tratta dalla teoria del caos delle Metamorfosi di Ovidio.
Attraverso elementi desunti dalla storia e dalla mitologia (il ricamo, l’utilizzo della seta), dal concetto di Entanglement universale, per il quale ogni cosa nell’universo è collegato ad altri e l’associazione al ragno come simbolo della creazione del cosmo, Nicole Voltan svela il dinamismo e l'espansione dell’universo, rompendo quel sottile confine tra l’uomo e lo spazio celeste.”
Simona Merra