6 Mar 2012
Roma. Andrew Rutt “Beautiful days, terrible times”, viaggio intimo nelle case e nel cuore dei transessuali del Pigneto.
Intervista esclusiva ad Andrew Rutt il fotografo che da domani sarà alla galleria Whitecubealpigneto di Roma con “Beautiful days, terrible times”.
di Lucrezia Alessia Ricciardi
- Andrew Rutt, fotografo e artista che cerca di riportare con le immagini - così immediatamente percepite - il mondo che lo circonda. Dal mondo polveroso della Biblioteca Angelica ai Transessuali del Pigneto.
Cʼè un filo conduttore nella sua ricerca, che vede sempre la persona così prepotentemente e direttamente al centro della foto?
Quando lavoro ho bisogno di uscire da me. Cerco l’incontro, il dialogo, la collaborazione, cerco di dare voce al rapporto che si viene formando in corso d’opera tra me e chi vuole partecipare ai progetti che propongo. I ritratti dei bibliotecari dell’Angelica sono stati scattati solo dopo aver parlato con loro, dopo averli, anche se per poco tempo, conosciuti: insomma, quello che tento di fare è di rappresentare un incontro, e constatare, a lavoro ultimato, che mai mi sarei aspettato di arrivare fin la`. Per la mostra al Pigneto è stato lo stesso: non sapevo nulla dei transessuali, se non come “categoria”, e dunque ho tentato di incontrare “la persona”. Insomma l’arte ha fatto accadere qualcosa. per continuare clicca qui
- Andrew Rutt, fotografo e artista che cerca di riportare con le immagini - così immediatamente percepite - il mondo che lo circonda. Dal mondo polveroso della Biblioteca Angelica ai Transessuali del Pigneto.
Cʼè un filo conduttore nella sua ricerca, che vede sempre la persona così prepotentemente e direttamente al centro della foto?
Quando lavoro ho bisogno di uscire da me. Cerco l’incontro, il dialogo, la collaborazione, cerco di dare voce al rapporto che si viene formando in corso d’opera tra me e chi vuole partecipare ai progetti che propongo. I ritratti dei bibliotecari dell’Angelica sono stati scattati solo dopo aver parlato con loro, dopo averli, anche se per poco tempo, conosciuti: insomma, quello che tento di fare è di rappresentare un incontro, e constatare, a lavoro ultimato, che mai mi sarei aspettato di arrivare fin la`. Per la mostra al Pigneto è stato lo stesso: non sapevo nulla dei transessuali, se non come “categoria”, e dunque ho tentato di incontrare “la persona”. Insomma l’arte ha fatto accadere qualcosa. per continuare clicca qui