Non c'è Myra senza Vidal
Roma, Francesco Impellizzeri alla Whitecubealpigneto
di Teresa Buono | 10 gennaio 2012
La Whitecubealpigneto trasforma la propria veste per accogliere la seconda di una serie di esposizioni che omaggiano la carica eversiva di Gore Vidal. A cura di Geoffrey Di Giacomo, la mostra dell’eclettico Francesco Impellizzeri nasce dalle suggestioni e dalle riflessioni su un capolavoro della storia della letteratura come “Myra Breckinridge”.
Quando Vidal scrive della sua conturbante Myra è il 1968. Il romanzo crea scompiglio, scandalizza l’America perbenista, per la quale è troppo irruento e disinibito. Viene sì pubblicato, ma molti sono i tagli che subisce. In Italia invece appare tardivamente sugli scaffali delle librerie, restandovi solo per pochissimo tempo. Oggi che abbiamo la possibilità di leggerlo nella sua versione integrale è però forse ancora poco conosciuto al di fuori del mondo gay, di cui subito è divenuto simbolo.
Bersaglio del romanzo: tutti gli aspetti di una società in cui gli individui parlano, si muovono, pensano come fossero prodotti in serie. Pertanto Myra si presenta nei panni dell’eroina che vuole liberare il mondo dai suoi stereotipi, uno su tutti: quello del Maschio. Distruggere l’ideale virile e quindi il potere, o meglio lo strapotere eterosessuale, per dar vita a una nuova umanità, popolata da un nuovo Uomo: un individuo che sia al di là della distinzione tra i sessi.
In Non c’è Myra senza Vidal Impellizzeri presenterà dieci multipli e un video frutto della rielaborazione di uno spot pubblicitario, della fine degli anni ’60, che presenta un bagnoschiuma al pino silvestre di un marchio omonimo dello scrittore statunitense. Da qui il gioco di parole che dà il nome alla mostra. La colonna sonora è quella originale, mentre alla sequenza degli storici fotogrammi Impellizzeri ne aggiunge di nuovi, svelando i meccanismi della comunicazione pubblicitaria, nonché i paradossi della società.
Francesco Impellizzeri come Gore Vidal. Lo stesso sguardo lucido sul mondo e al contempo la medesima volontà di rendere evidenti le contraddizioni che lo abitano. Per entrambi un linguaggio ironico e irriverente. Ma, se per Myra l’ingrediente indispensabile per attuare il suo piano è il sadismo, per l’artista è il gioco. È con il gioco che cattura e tira a sé lo spettatore, è attraverso il gioco che lo conduce a guardare il mondo dal suo punto di vista e infine è proprio in virtù del gioco che il fruitore giunge a cogliere il messaggio, tanto ludico nella forma, quanto drammatico nella verità espressa.
Dal 13 gennaio al 29 febbraio
Whitecubealpigneto
via Braccio da Montone 93, Roma
Info: www.whitecubealpigneto.com
Quando Vidal scrive della sua conturbante Myra è il 1968. Il romanzo crea scompiglio, scandalizza l’America perbenista, per la quale è troppo irruento e disinibito. Viene sì pubblicato, ma molti sono i tagli che subisce. In Italia invece appare tardivamente sugli scaffali delle librerie, restandovi solo per pochissimo tempo. Oggi che abbiamo la possibilità di leggerlo nella sua versione integrale è però forse ancora poco conosciuto al di fuori del mondo gay, di cui subito è divenuto simbolo.
Bersaglio del romanzo: tutti gli aspetti di una società in cui gli individui parlano, si muovono, pensano come fossero prodotti in serie. Pertanto Myra si presenta nei panni dell’eroina che vuole liberare il mondo dai suoi stereotipi, uno su tutti: quello del Maschio. Distruggere l’ideale virile e quindi il potere, o meglio lo strapotere eterosessuale, per dar vita a una nuova umanità, popolata da un nuovo Uomo: un individuo che sia al di là della distinzione tra i sessi.
In Non c’è Myra senza Vidal Impellizzeri presenterà dieci multipli e un video frutto della rielaborazione di uno spot pubblicitario, della fine degli anni ’60, che presenta un bagnoschiuma al pino silvestre di un marchio omonimo dello scrittore statunitense. Da qui il gioco di parole che dà il nome alla mostra. La colonna sonora è quella originale, mentre alla sequenza degli storici fotogrammi Impellizzeri ne aggiunge di nuovi, svelando i meccanismi della comunicazione pubblicitaria, nonché i paradossi della società.
Francesco Impellizzeri come Gore Vidal. Lo stesso sguardo lucido sul mondo e al contempo la medesima volontà di rendere evidenti le contraddizioni che lo abitano. Per entrambi un linguaggio ironico e irriverente. Ma, se per Myra l’ingrediente indispensabile per attuare il suo piano è il sadismo, per l’artista è il gioco. È con il gioco che cattura e tira a sé lo spettatore, è attraverso il gioco che lo conduce a guardare il mondo dal suo punto di vista e infine è proprio in virtù del gioco che il fruitore giunge a cogliere il messaggio, tanto ludico nella forma, quanto drammatico nella verità espressa.
Dal 13 gennaio al 29 febbraio
Whitecubealpigneto
via Braccio da Montone 93, Roma
Info: www.whitecubealpigneto.com