Intervista a Nicole Voltan

NICOLE VOLTAN
Sistema Entropia



DOMANDA | In fisica l'entropia è una grandezza che viene interpretata come una misura del disordine (caos) presente in un sistema fisico, incluso l'universo. Per traslazione, nella comunicazione, l'entropia è il grado di disordine presente nella formulazione di un messaggio (quasi una sorta di perdita di energia comunicativa). Da cosa scaturisce la tua voglia di affrontare questo tema nel tuo progetto?

NICOLE VOLTAN | Comunicare significa confrontarsi, scambiare informazioni e conoscenze, significa "mantenere basso il livello d'entropia". Ma che succede se questo scambio viene a mancare? Se non c'è rinnovamento, crescita? Se è tutto ripetitivo, il principio secondo cui "nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma" non è più applicabile, ed ecco allora che il livello di entropia aumenta e l'energia presente in un sistema non può che diminuire. Questo avviene in fisica, in un sistema, come l'universo nella sua totalità, che è chiuso, cioè privo di comunicazione con l'esterno, ma avviene anche nel linguaggio, quando la comprensione del significato viene a mancare.
Quello che stupisce è che all'origine di tutto non c'è il disordine, com'è più facile credere, bensì l'ordine, il quale non può che evolvere nel tempo verso il disordine. E se la freccia temporale ci porta verso un sistema sempre più disordinato, che cosa comprenderemo un giorno della realtà? Saremmo ancora in grado di comunicare?


D. | Esponi in occasione di un festival che ha per tema “Motherland”. La prima cosa che mi viene in mente è che il tuo progetto sia intrinsecamente “entropico”. Ovvero: teoricamente ci si aspetta un lavoro che indaghi sulla propria terra di appartenenza, e quindi sulla “Terra” e tu invece inserisci, scardinando le nostre aspettative, otto pianeti. Mi viene allora da chiederti quale idea di Motherland hai voluto rappresentare...

N. V. | Motherland. terra madre, terra di appartenenza. Apparteniamo a un luogo? O a un sistema, quale – per esempio – il sistema solare? Come ogni cosa, dipende tutto dal punto di vista dell'osservatore. Possiamo affermare di appartenere al pianeta Terra o possiamo osservarci da un punto di vista "Macroscopico" e vedere l'insieme.


D. | All'interno del tuo lavoro hai inserito un gioco linguistico e un sistema di illuminazione particolare. A che scopo?

N. V. | Ci sono mille modi per spiegare l'entropia. Essendo "la misura della quantità di disordine presente in un sistema" ho voluto considerare il concetto sotto diversi aspetti, il linguaggio, l'immagine e la percezione. Per il linguaggio, quale miglior modo di un enigma? Tredici lettere e molte combinazioni tra esse, ma solo seguendo un predeterminato ordine si può giungere a una soluzione di senso compiuto, a un significato. Giungere al senso significa accettare un codice, conformarsi al linguaggio. Tutto il resto è disordine.
Per le immagini ho scelto di rappresentare due punti di vista. Da una parte il punto di vista della realtà così com'è, fotografando elementi del mondo naturale, come appare attraverso l'obbiettivo della macchina fotografica, dall’altra, la visione di una dimensione parallela, immaginaria e incomprensibile, riflessa e distorta, ricreata mediante l'uso di uno specchio convesso. L'immagine appare così frammentata in due mondi, in verità e finzione, in rappresentazione e interpretazione.
Per quanto riguarda la percezione, invece, mi sono ispirata al ciclo del giorno e della notte.
"E la notte fu il grembo potente delle rivelazioni" afferma Novalis negli Inni alla notte. Essa nasconde realtà invisibili alla luce e al tempo stesso rivela, ma è nello scambio tra il buio e la luce che avviene la trasformazione, il mutamento.
Interpretazione e rivelazione, significato e simbolo. Immagine e parola. Ordine e disordine. È il
gioco degli opposti a cui apparteniamo.